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al testo proposto da Loredana Savelli
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è questa geometria oscura e adunca
che descrive rette parallele e all’infinito si scontra con ogni paradosso a tenermi eretto con un dito puntato verso Dio e mai più l’indice mi ritorna indietro esauriente io rapito da questo spazio non euclideo m’annullo in un vortice di tempo e poi cosa sarà di me dopo quest’ultimo fiat? io rapito dal cielo caduco precipitante per sempre sul falso cuore della terra io tra l’alfa e l’omega in mezzo incerto se rinascere lì o rimorire qui comunque ambiguo osso senza ombra scivolando sulla falsariga del creato io inerte impossibilitato in attesa perenne di fiorisce intanto il mandorlo in questa pazzia e nessuno più gli dà retta ed io aderente alle nullità televisive ancora nonostante tutto mi sopravvivo (inedito da http://poesia.blog.rainews24.it/2011/04/04/opere-inedite-giuseppe-vetromile/) |
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